È meglio accendere una piccola candela che maledire l’oscurità. Questa nota frase, comparsa per la prima volta nel 1907 (*) e poi divenuta d’uso comune, mi è venuta in mente in un torrido pomeriggio di quasi inizio estate, quando mi sono trovato a parlare di fronte ad un nugolo di ragazzi in visita al nostro campo. Il compito non era facile: cercare di illustrare in mezz’ora (il tempo stimato di permanenza da noi) cos’è l’aeromodellismo ai partecipanti ad un campus, accompagnati dai volontari della Protezione civile di Concorezzo (MB). Ma, soprattutto, cercare di instillare in loro anche solo una briciola di curiosità che potesse trasformarsi un domani in un inizio di interesse, se non proprio di passione. Il tutto senza illudere nessuno.
«Imparare a pilotare un aeromodello non è facile…», ho subito precisato, «ed è vero che in qualche caso può avere un certo costo. Certo, molto di più che andare a correre o fare nuoto. Ma…». Ed è qui che il porre le mani avanti (scelta della ragione) ha lasciato il posto alla passione. «Ma… credetemi. La soddisfazione di passare dai primi, incerti voli con l’istruttore al varcare la pista per il primo volo in totale autonomia, è davvero tanta!».
Doveva essere un momento di puro “intrattenimento” ed invece si è trasformato in una lezione sulla passione, durata più del doppio del tempo previsto, scandita da domande a raffica (nessuna banale) e tempi di attenzione dei ragazzi davvero insperati. «L’aeromodellismo può essere molto educativo, perché ti insegna ad avere pazienza, coraggio, determinazione…». E mentre scandivo il mantra che più mi è caro, mi mettevo nei loro panni. Certo, parlare di «inevitabili cadute», di «incidenti con cui dover comunque fare i conti» non dev’essere sembrato accattivante, ma è la realtà. «Tuttavia se hai determinazione e superi gli ostacoli, questo è un hobby davvero esaltante».
Nel vedere i ragazzi ripartire sui mezzi della Protezione civile e avviarsi verso la loro seconda tappa del pomeriggio, l’aviosuperficie degli ultraleggeri, mi sono chiesto quante candele sia riuscito ad accendere. Lo dirà il tempo. Anche se solo una, sarebbe sufficiente… per combattere l’oscurità.
(*) È comparsa per la prima volta nel testo The Supreme Conquest and Other Sermons Preached in America di William Lonsdale Watkinson